La nostra generazione, dovrà fare i conti con la fine della “società del benessere diffuso” attrezzandosi culturalmente e socialmente per contrastare la crescita e la diffusione di vecchie e nuove povertà.
Un impoverimento che espone alla fragilità sociale, persone, nuclei familiari e ceti sociali una volta autosufficienti.
E’ la fine di un ciclo, un fatto nuovo, inaspettato, con il quale dovremmo confrontarci per un lungo periodo.
E’ un fatto nuovo che richiede il nostro impegno, accanto e insieme a quanti tradizionalmente nelle istituzioni laiche e religiose, sono da sempre impegnati nel contrastare la diffusione della povertà.