La ruspa cancella “il parco in movimento”: e ora?
Come dovremmo sentirci dopo aver investito anni d’impegno e aver realizzato per quel parco?
Abbiamo sudato tutta una vita (e non è un modo di dire) per qualificare quel parco e farlo diventare un luogo di vita cittadino: 15 anni per farlo diventare un parco da un fabbricato fatiscente, ulteriori 10 anni per farne un parco vivibile, 6 anni per installarci giochi accessibili e farlo essere il 5° parco accessibile in Italia (su idea di uno della Romagna), tutto questo grazie all’impegno dei cittadini apriliani, con una generazione, la nostra, che ha vissuto questo impegno in prima persona.
Dal 2004 il parco è stato vissuto intensamente e in particolare “il parco in movimento”: l’area attrezzata dei giochi. 20 anni di parco ovviamente ha significato usura, ma la non manutenzione dello stesso ha finito per fa si che molti giochi erano oramai rovinati, dall’altro chi si era preso l’impegno di “curarlo” poco ha fatto per molte ragioni.
La conclusione è che lo scarso senso d’impegno civile ha ripreso il sopravvento in una città in cui si fa di tutto per penalizzare chi s’ impegna, perché da sempre si è preferito una cittadinanza che subisca tutto, si è voluto una città da cannibalizzare dove sempre si tappa le ali all’iniziativa dei cittadini.
Dicevamo che quel parco ha molto di una generazione (la nostra), è stato il simbolo di una trasformazione e d’impegno della stessa, come della vita nella nostra città.
Il sogno
Vorremmo sperare che chi ha voluto questo scempio abbia anche pensato a trovare risorse per ricostruire un minimo dei giochi ed evitare che il parco ritorni ad essere “terra di nessuno”, usato semplicemente per portare a fare i bisogni i propri pelosi, i ragazzi a provare a fare le “penne” o gli scontri tra bande, isolandolo ulteriormente e allontanando definitivamente i bambini dallo stesso; dicevamo che sogniamo, appunto, perché conosciamo la realtà e ancora volta dovranno essere i cittadini a riprendersi il parco con un percorso di partecipazione volontario e comunitario.
E’ UN SOGNO, lo sappiamo, ma in un momento di sgomento come questo è difficile anche sognare perché le cose che stanno accadendo nella nostra città lascia spazio solo allo sgomento.
PS il fatto che tutta “la ruspata” sia poi stata accontentata così come vedete dalle foto la dice lunga dell’uso improprio del termine "interventi per la sicurezza".